Pia Associazione “San Gerardo”
La Pia Associazione di San Gerardo Maiella fu costituita dall’economo Spirituale can. Francesco Spadavecchia il 16 ottobre 1922. L’associazione fu poi aggregata all’Arcicon-fraternita di San Gerardo del santuario di Materdomini il 16 ottobre 1924[1].
Quella di San Gerardo, da sempre, «E’ una Associazione di fedeli laici [uomini e don-ne], che sono chiamati a vivere coerentemente il Vangelo, secondo l’esempio di San Gerardo, e ad essere nella Chiesa operatori di comunione e di solidarietà, [attraverso] una viva espe-rienza liturgica e sacramentale»[2]
In principio l’associazione contava pochi fedeli, ed era caratterizzata da una non per-fetta gestione[3]. Fino al 1935, infatti, non si ha alcuna documentazione associativa quali registri dei soci, registri dei verbali …
Nel 1933 subentrò come terzo economo spirituale della Parrocchia mons. Giovanni Capursi, il quale fu poi nominato primo parroco nel 1942 e prestò servizio nella parrocchia fino al 1972. Egli diede all’Associazione, slancio, vitalità e una migliore organizzazione, tanto da meritarsi nel 1947, da parte dell’Arciconfraternita del Santuario di Materdomini, il riconoscimento di Zelatore[4]. Nel 1935 l’Associazione venne da lui riorganizzata in due settori: uno dedicato agli adulti e l’altro dedicato ai fanciulli dai sette anni in su, i cosiddetti “Gerardini”, ciascuno dotato di un proprio statuto. I soci, oltre a partecipare alle pie pratiche in onore del Santo, seguivano attività di catechesi, che si tenevano una volta al mese, il giorno 16. Nel tempo queste adunanze vennero sostituite dalla celebrazione della Santa Messa in onore del Santo, sempre il 16 di ogni mese.
Negli anni il numero dei piccoli Gerardini si è man mano ridotto fino a dar vita ad un unico settore che comprende tutte le fasce d’età[5].
Il Consiglio direttivo dell’Associazione era presieduto da una Presidente coadiuvata da una tesoriera e una segretaria[6]; «esse curavano l’onore e la devozione al Santo, [distribuivano] olio e pillole[7] benedette per i malati, medaglie e immagini della Statua che si venera in Chiesa»[8]; il Direttivo era affiancato da un certo numero di zelatrici[9] le quali rilevavano le quote associative annuali dei soci loro affidatigli.
Fino al 1991 le modalità di designazione dei consigli direttivi e delle zelatrici hanno subìto parecchie modifiche nel tempo[10]. In origine il consiglio direttivo era eletto dall’assemblea dei soci e aveva durata biennale[11]. Negli anni la designazione del Direttivo e delle zela-trici passò al parroco, il quale si basava su una rosa di proposte del consiglio direttivo uscente; la durata del mandato era a discrezione del consiglio direttivo stesso.
Nel 1991 il parroco pro-tempore mons. Francesco Gadaleta, riformò lo statuto sulla base delle normative diocesane in materia di pie associazioni. A norma del nuovo “statuto-regolamento” il consiglio direttivo è eletto dall’Assemblea dei soci, ognuno dei quali esprime tre preferenze tra una rosa di candidati scelti dal parroco su proposta del consiglio direttivo uscente. Il Parroco, che a norma dello statuto è anche assistente spirituale, assegna ai tre più suffragati le cariche di Presidente, Vice-presidente e Cassiere. Questi ultimi nominano poi il Segretario. Il Consiglio Direttivo ha durata quinquennale.
1 APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Diploma di aggregazione “Littarae aggregationis ad archisodalitatem sub titulo S. Gerardi Maiella”
2 Statuto-Regolamento della Pia Associazione di San Gerardo Maiella (1992, attualmente in vigore), art.1.
3 Andrea Azzollini, op. cit.
4 APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Diploma di zelatore
5 Si suppone che questo accorpamento sia avvenuto negli anni ’50. Infatti, dal 1953, non compare più nel bilancio la voce di entrata «Nuovi socii piccoli», bensì la sola voce «Nuovi socii».
6 APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Mons. Giovanni Capursi, op.cit.
7 Le cosiddette Pillole consistevano in fogli di carta velina con l’effige del Santo, della dimensione di un francobollo, che gli ammalati ingoiavano in segno di affidamento.
8 APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Mons. Giovanni Capursi, op.cit.
9 Il numero era variabile tra cinque e dieci, tranne che negli anni ’80, in cui ne figura solo una.
10 Purtoppo, essendo arrivati fino a noi solo due registri di verbali (1936-41 e quello attuale), dette modalità non risultano molto chiare. La ricostruzione si basa sulla scarna documentazione di archivio sull’argomento (registri soci, registri contabili) e su testimonianze orali.
11 APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Registro dei verbali 1936-41, dal verbale di assemblea elettiva del 19/05/1936, che costituisce unica testimonianza scritta fino al 1991 riguardante la designazione del Direttivo.
Il Culto Gerardino nella Parrocchia
Nel 1921 il sig. Gabriele de Ruvo, originario di Corato (BA) e devoto a San Gerardo, donò alla Parrocchia una bella statua del Santo, in cartone romano, raffigurato in atteggiamento estatico, con occhi di cristallo[1].
Fu così che i parrocchiani, e tanti altri molfettesi, conobbero il Santo Redentorista, la cui figura suscitò da subito fascino e ammirazione. Atteggiamenti che poi sfociarono in fervida devozione. Ciò spinse l’economo spirituale pro-tempore, can. Francesco Spadavecchia, a costituire nel 1922[2] la Pia Associazione dedicata al Santo.
Da allora San Gerardo è invocato quale secondo patrono della Parrocchia.
La comunità, forte dell’affetto che prova per il Santo, contribuisce al culto con le se-guenti opere e donazioni.
Nel 1922 la sig.ra Caterina Sciancalepore donò il crocifisso, in legno e argento, e l’au-reola[3], sempre in argento, che saranno collocati sul simulacro[4].
Nel 1926, completata la nuova Chiesa Parrocchiale, l’altare laterale destro (poi rimosso e sostituito dal Fonte Battesimale) venne dedicato a San Gerardo[5]; sul corrispondente abside era collocato un quadro ad olio del prof. Carmine Palmieri di Lecce raffigurante la Madonna della Pace con a lato San Vincenzo Ferrieri e San Gerardo Maiella. L’oleografia è ora collocata sulla parete corrispondente alla facciata principale.
Nel 1954 i coniugi Francesco Saverio e Innocenza Mastropierro donarono uno sten-dardo[6], che l’Associazione reca tutt’ora nelle processioni cittadine e parrocchiali a cui partecipa.
Nel 1955, dato il cattivo stato di conservazione della statua originaria, questa venne sostituita dall’attuale simulacro[7], sempre in cartone romano, opera dello scultore Salvatore Bruno di Bari, che eseguì l’opera, “sotto la scrupolosa guida del prof. Giulio Cozzoli”, per lire 55.000[8]. Il Santo è ritratto come nell’iconografia classica: in atteggiamento estatico, con l’aureola in argento, vestito dell’abito nero dell’ordine Redentorista, recante nella mano de-stra la croce in legno e argento e un giglio in argento, simbolo di purezza di cuore[9].
A San Gerardo è dedicato il Gruppo Parrocchiale dei Ministranti.
La solennità si San Gerardo è preceduta dalla Novena, durante la quale il simulacro è solennemente intronizzato. In particolare, nei tre giorni antecedenti la solennità del Santo, si celebra il solenne Triduo predicato in cui si riflette maggiormente sulla vita e le virtù di San Gerardo.Sono conservate nell’archivio parrocchiale alcune edizioni della “Novena in onore di San Gerardo Maiella”, succedutesi negli anni : le preghiere che da sempre la caratterizzano sono quelle universalmente recitate in onore del Santo[10].
Un’edizione è caratterizzata da una novena che consta di nove invocazioni, seguite da Pater, Ave e Gloria. Il Triduo è diverso e consta di tre invocazioni, anch’esse seguite da Pater, Ave, Gloria. Alle invocazioni seguono le Litanie Gerardine e la Supplica.
In un’altra edizione la novena consta delle nove invocazioni di cui sopra, inframmezzate dal canto “Dolce Santo”:
Dolce Santo che passasti
Mite e bello come un fiore,
la gran sete del tuo cuore
si placò nel vivo ardor.
Fa che viva in noi l’amore
Nella grazia del Signor.
La novena si conclude con la Supplica e il canto tradizionale “Volgi a noi, Gerardo”[11].
Volgi a noi Gerardo, i rai
spiri a noi l’odor dei gigli
che fan belli i tuoi rosai
D’innocenza e di virtù.
Fanne teco amanti figli
di Maria e di Gesù.
Questi ultimi due canti sono tutt’ora eseguiti durante la novena.
In entrambe le versioni citate compare il seguente Inno a San Gerardo in latino, attualmente non più recitato.
Qui regit nutu Deus universa,
Res tibi cuncatis voluit, Gerarde,
Subditas ut iam videàre fando omnia posse.
Voce tu febres àbigis solùtos
Tabe pulmones rènovas, necìque
Sùbtrahis matres sobolèsque partus inter acerbos.
Còrrigis verbo vitiàta vina,
Horreum reples vacuum; lagènam
Integras fractam, vèteri tumèntem rursus olivo.
Reddis et fluctus solidos et auras,
Rèmigas inter rapido volàtu;
Daèmonem cogis, tibi dux viarum fidus ut adsit.
Limpidum rorem tua de sepulchro
Ossa destilant redolèntque suavi
Thure, quod coeli potuère sola gignere regna.
Omnis erumpat, Trias alma, tellus
In tuam laudem, referatque grates,
tanta quod virtus data sit Gerardo Mira patrandi.
Amen
Vi è poi una edizione della Novena, successiva alle due precedenti[12], che comprende le tre invocazioni del Triduo e la Supplica, rielaborate alla luce delle direttive conciliari e del linguaggio corrente.
Dal 1992 si recita l’attuale novena[13] che comprende tre invocazioni e la Supplica. Ai canti tradizionali succitati viene aggiunto il canto “A San Gerardo”, composto dall’allora seminarista Sac. Angelantonio Magarelli e ispirato all’ “Invocazione del Pellegrino a S. Gerardo”[14].
Sono pellegrino corro ai tuoi piedi,
’anima mia d’incanto è presa.
Leggi nei cuori dei tuoi figli,
tergi il pianto e proteggili.
O San Gerardo prega per noi.
Dona tu beato la tua grazia,
ai tuoi figli che in te confidano.
Nei loro cuori infondi, o Santo,
il vero amore e la carità.
O San Gerardo prega per noi.
Il 16 Ottobre, giorno del Dies Natalis, si celebra la Solennità del Santo.
Il Santo viene rivestito di una fascia cui sono appesi gli ori “ex voto” che alcuni fedeli donano per grazia ricevuta. Ai piedi del simulacro viene ostento il reliquiario, in cui vi è custodita una delle tre reliquie del Santo che la Parrocchia possiede.
Vengono celebrate due SS. Messe, l’una al mattino e l’altra alla sera. All’inizio della celebrazione vespertina vengono aggregati i nuovi soci della Pia Associazione.
Durante entrambe le celebrazioni ha luogo la tradizionale benedizione del Pane. Questo segno rievoca l’episodio in cui il fanciullo Gerardo ricevette un bianco panino dal Bambin Gesù[15]. Il Pane viene distribuito ai fedeli al termine delle Celebrazioni quando questi si recano processionalmente all’altare per il tradizionale Bacio della Reliquia. I fedeli condividono il pane con i propri cari, in particolare con quelli più sofferenti.
Fino a circa trenta anni fa, la Pia Associazione offriva, nello stesso giorno, un pranzo a una quarantina di poveri. L’usanza venne poi abbandonata per questioni di opportunità, e sostituita dalla distribuzione del Pane[16]. L’attenzione ai poveri da parte dell’associazione rimane comunque immutata nel tempo.
Nel 1931[17] e nel 1993 il simulacro di San Gerardo venne portato solennemente in Pro-cessione per le vie del quartiere.
Le pratiche devozionali in onore di San Gerardo si completano con il Pellegrinaggio al Santuario di Materdomini. Fino agli anni 50 veniva organizzato periodicamente (sono stati organizzati pellegrinaggi nel 1938, 1939,1940,1948,1949,1950[18]) e aveva durata di una setti-mana. Da circa quarant’anni il pellegrinaggio, della durata di un giorno, si tiene ogni anno.
Le celebrazioni in onore del Santo vedono da sempre una massiccia partecipazione di fedeli, non solo parrocchiani, che a Lui si affidano nei momenti lieti e tristi della vita.
[2] Mons. Francesco Gadaleta, L’Associazione Gerardina nella Parrocchia, da “Novena in onore di San Gerardo” pag. 6
[3] Che fu poi sostituita con un’altra negli anni ’50. Questa seconda aureola fu poi smarrita nel passaggio di consegne tra il parroco uscente mons. G.Capursi e mons. T. Tridente (1972). (APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Progetto dell’Aureola in questione) Quest’ultima fu poi sostituita.
[4] APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Mons. Giovanni Capursi, Foglio dattiloscritto.
[5] Mons. Francesco Gadaleta, L’Associazione Gerardina nella Parrocchia, op. cit., pag.7
[6] Dicitura a tergo dello stendardo.
[7] Il simulacro venne poi restaurato nell’anno 2000 dal prof. Mauro A. Mezzina (APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerar-do. Preventivo di spesa).
[8] APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Contratto
[9] Quest’ultimo venne poi sostituito nell’anno 1994, perché ormai consunto.
[10] Come di può constatare da G. M. Damiani (del SS. Redentore) (1923), La Filotea Gerardina, pagine relative alle pratiche in onore del Santo, pagg. 178 e segg.
[11] Le due novene citate sono di evidente stampo pre-conciliare. Si suppone quindi che queste siano state recitate fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso.
[12] La cui struttura è simile all’attuale; si suppone quindi recitata dagli anni ‘70 in poi.
[13]APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Bozza della Novena approvata e vidimata il 22/09/1992 dal Vicario Gene-rale Diocesano, mons. Tommaso Tridente.
[14] «Sono pellegrino,/ non risento del cammino/ San Gerardo mio,/ prega per me…» (dal foglio dei “Canti Gerardini” del Santuario di Materdomini)
[15]Vedi Breve biografia del Santo.
[16] Andrea Azzollini, «Il fascino di S. Gerardo a Molfetta », dalla rivista“San Gerardo” n.12/1993, Materdomini,
[17] APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Mons. Giovanni Capursi, foglio dattiloscritto.
[18] APSCG Raccoglitore Ass. S. Gerardo. Mons. Giovanni Capursi, ibidem.