Consiglio Affari Economici
“In ogni parrocchia vi sia il consiglio per gli affari economici, che è retto, oltre che dal diritto universale, dalle norme date dal Vescovo diocesano; in esso i fedeli, scelti secondo le medesime norme, aiutano il parroco nell’amministrazione dei beni parrocchiali, fermo restando il disposto del can. 532” cfr. C.I.C., can. 537.
Natura e Funzioni del Consiglio per gli Affari Economici
La particolare natura della parrocchia esige che l’amministrazione del patrimonio e delle attività parrocchiali sia compiuta non senza il consiglio e la partecipazione dei christifideles laici. Più precisamente: non da loro, ma con loro. La regola del Consiglio affari economici non è la “democrazia”, - istituzione non ecclesiale, - ma la “comunione” ricercata nella libertà del confronto e nella responsabilità. La funzione “consultiva” del Consiglio non va sminuita al punto da declassarlo a livello di “commissione tecnica” incaricata di dare un parere su di una questione, limitatamente all’aspetto economico; il Consiglio ha una competenza “parrocchiale”, e cioè tecnico amministrativa e pastorale.
Scelta dei membri
I membri devono essere scelti in base alla loro competenza; essi però sono anzitutto fedeli, chiamati ad un servizio da svolgere non in base a criteri puramente amministrativi, ma in riferimento a principi di ordine specificamente ecclesiale, primo fra tutti quello dei fini propri dei beni temporali della Chiesa: “ordinare il culto divino, provvedere ad un onesto sostentamento del clero e degli altri ministri, esercitare opere di apostolato sacro e di carità, specialmente a servizio dei poveri” (can. 1254 § 2). Per questo il C.P.A.E. deve avere un rapporto costruttivo con il Consiglio Pastorale parrocchiale e con l’intera comunità parrocchiale, di cui è espressione.
MEMBRI DEL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI
Don Gennaro Bufi | Presidente |
Nicolò Azzollini | Economo |
Gaetano Campi | Segretario |
Mariano Tavella | |
Giuseppe Paparella | |
Cosimo Gadaleta | |
Carlo Cirilli |